Dintorni letterari: Giuseppe Filidoro

Benvenuti sul nostro blog con un nuovo appuntamento di Dintorni letterari, una rubrica dedicata al dialogo e alla condivisione con autori e autrici.

Dopo aver intervistato Gino Tonello e Vittorio Cecchetto, siamo lieti di ospitare nel nostro salotto virtuale il Dott. Giuseppe Filidoro.

Giuseppe Filidoro

Medico psichiatra e psicoanalista

La consultazione psicodinamica

Il silenzio della neve

L’ultimo bagliore

Dalla parte del figlio

Giuseppe Filidoro è medico psichiatra, psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association. È nato a Lavello (PZ) e vive a Padova, dove esercita la professione di psicoanalista, formatore e supervisore in ambito privato e istituzionale.

Il primo libro che ha pubblicato è un testo per psicoterapeuti dal titolo “La Consultazione Psicodinamica. Teoria e tecnica”, seguito da due romanzi “Il silenzio della neve” e “L’ultimo bagliore”.

Torna ora in libreria con un nuovo romanzo, di cui parleremo più approfonditamente in questo articolo, che ha intitolato “Dalla parte del figlio“.

Come è nata la tua passione per la scrittura?

Fin da bambino sono stato educato da mio padre alla lettura – provo per lui una profonda gratitudine per questo –  passione che mi ha accompagnato fino ad ora. Di pari passo con l’amore per i libri si è alimentata la passione crescente per la scrittura, anche se per molti anni è stata vissuta del tutto intimamente. Poi, dopo la pubblicazione del mio primo romanzo “Il silenzio della neve” ho continuato a scrivere di narrativa, nei ritagli di tempo che mi concede il mio impegno di lavoro, pubblicando un secondo romanzo “L’ultimo bagliore” e infine il terzo “Dalla parte del figlio”, pubblicato qualche settimana fa.

L’ultimo libro che hai pubblicato si intitola “Dalla parte del figlio” e racconta la storia di una famiglia apparentemente perfetta, in cui un padre in carriera e una madre devota crescono un figlio esemplare. Il ragazzo ha ottimi voti a scuola, è sempre molto educato e ha di fronte a sé un futuro promettente. Di questo sono convinti gli adulti che lo circondano, ma nella sua ristretta cerchia di amici si cela un segreto che sconvolgerà le vite dei genitori.

Com’è nata l’idea di scrivere questo libro? E in che misura prende ispirazione dalle vite che incroci nella pratica della tua professione?

Il romanzo è totalmente frutto di fantasia – nel senso che i fatti narrati non hanno riscontro in una realtà da me conosciuta – ma è indubbio che l’idea di descrivere una peculiare dinamica familiare nasce dal mio occuparmi professionalmente anche di famiglie e adolescenti. L’idea originaria del romanzo è quella di “interrogare” il lettore adulto rispetto al ruolo e alle funzioni genitoriali, compito a mio avviso diventato sempre più arduo nell’età contemporanea.

Stai lavorando a una nuova pubblicazione?

In realtà ho un modo tutto mio di scrivere, nel senso che metto le basi di due/tre progetti di romanzo. Al momento ce ne sono “in cantiere”  – diciamo così  –  quattro, anche se ovviamente arriveranno – spero – a compimento in tempi diversi.

Qual è il tuo libro preferito o il libro che ha segnato un momento di svolta nella tua vita?

Due sono i libri che ritengo fondamentali nella mia vita, per motivi del tutto diversi. Il primo – libro che ho amato moltissimo – “Pinocchio”, la mia prima lettura da bambino, ripetuta più volte, e che ha fatto nascere in me la passione per i libri. La seconda lettura – in età adolescenziale – “Delitto e castigo” di Dostoevskji, un libro che amo per la finezza della descrizione psicologica dei personaggi.