Nuovo anno, nuove letture… Cominciamo con il piede giusto un altro anno di libri, con entusiasmo, passione e voglia di lasciarsi emozionare.
Per chi fosse appena arrivato, sono Greta e faccio un lavoro bellissimo: la libraia. In questo blog, vi parlo dei libri che leggo, nella speranza di allungare le vostre liste di desiderata, perché, anche se uno crede di avere già tutto quello che gli serve nella vita, non avrà mai abbastanza libri!
Tra gennaio e febbraio i libri letti sono 16. Tuttavia, qui ne recensirò solo 10: 5 testi autobiografici (di cui uno a fumetti) e 5 romanzi. Non vi parlerò degli altri 6 perché sono tutti libri sul Giappone: monografie, diari di viaggio, guide illustrate… magari dedicherò loro un post a parte.
Iniziamo!
Ma mai paura
di Dario Zanon
I diari di chi ha fatto della ricerca della felicità la propria missione

Dario è un ragazzo alla ricerca della propria strada oltre i confini di Lobia, piccola frazione di San Giorgio in Bosco. Per raggiungere il suo obiettivo prenderà tantissimi aerei e vivrà in tutti e 5 i continenti, dedicandosi al paracadutismo, all’arrampicata, al base jumping e al volo con la tuta alare. Questo libro è una raccolta di frammenti di 12 anni di diari, ed è stato voluto e “cucito” dalla famiglia e dagli amici di Dario, perché il suo viaggio si è fermato nel 2016, quando aveva 32 anni, durante un volo con la tuta alare sulle Alpi francesi.
Mi è piaciuto perché: sono nata, cresciuta e tuttora vivo nella piccola frazione adiacente a quella di Dario, l’autore di questo libro. Non l’ho mai frequentato, complice anche la differenza di età, ma nei nostri paeselli tutti conoscono tutti, almeno di nome o per amicizie condivise, e il fatto di aver condotto una vita fuori dal comune (in tutti i sensi) lo ha reso un personaggio quasi mitologico, per cui sarebbe impossibile affermare di non sapere chi sia. Per fare, però, la sua conoscenza diretta ho avuto l’onore di leggere i suoi diari, trascritti e raccolti in questo libro dalle persone che hanno fatto parte della sua vita terrena. Più che un libro potremmo definirlo un viaggio fisico e mentale, un saggio vagabondare alla ricerca di una piena soddisfazione che forse non verrà mai raggiunta, un’analisi lucidissima delle proprie emozioni. Immergendomi in queste pagine, ho sofferto, riso e gioito con lui in una montagna russa di alti e bassi, e ho accolto il suo desiderio di vivere ogni istante come fosse l’ultimo, anche se non sempre mi ci sono potuta immedesimare, io sul divano a leggere le sue parole, lui ai piedi di una parete da scalare o sulla vetta di un monte prima di lanciarsi in volo.
Cuore nero
di Silvia Avallone
Un romanzo di condanne e salvezze, di buio e di luce

La storia di Emilia, una trentenne magra con i capelli rossi e crespi, ci viene raccontata a partire dal suo trasferimento a Sassaia, un borgo minuscolo nascosto tra le montagne, raggiungibile solo a piedi lungo un sentiero ripidissimo. Non sappiamo niente della sua vita di prima e lo scopriremo capitolo dopo capitolo assieme a Bruno, uno degli altri due abitanti di Sassaia, il maestro della scuola elementare del paese vicino. Entrambi hanno conosciuto il male: lei lo ha compiuto e ha pagato per quello che ha fatto, lui lo ha subito.
Mi è piaciuto perché: è una storia potente, da leggere tutta d’un fiato, con riflessioni da diversi punti di vista sul dolore procurato e subito, sulla colpa e la redenzione. Ho apprezzato moltissimo la descrizione della vita quotidiana nelle carceri minorili, fatta di condivisione e litigi, con dinamiche avulse dalla vita “fuori”. Uno dei concetti che mi tengo dentro da questo libro è che ognuno di noi ha dei lati più bui, delle fragilità che in alcuni casi possono diventare ferocia e insensatezza, ma se sappiamo accettarli e imparare dagli errori una rinascita è possibile.
La libreria sulla collina
di Alba Donati
Un libro sui libri e sulla magia dei luoghi

In queste pagine scopriamo una libreria microscopica, aperta da Alba Donati in un paesino sperduto sulle colline toscane, e le sue peculiarità: la storia piuttosto tormentata, le persone che la abitano, le sfide che le hanno sbarrato la strada (o perlomeno ci hanno provato). Una sorta di diario che ripercorre il periodo di lockdown dovuto all’epidemia di Covid in cui leggiamo di bambini che entrano di corsa e di marmellate letterarie, di Emily Dickinson e Pia Pera, di vite e storie.
Mi è piaciuto perché: è una storia così magica da non sembrare vera: una comunità che ruota intorno a una libreria in un paesino di 170 anime sembra un’utopia, invece è la realtà. L’autrice dosa con sapienza i discorsi letterari e il vissuto personale, la quotidianità pratica e la dimensione astratta. Ho molto apprezzato anche l’elenco di libri acquistati di giorno in giorno, perché stimola la curiosità… e allunga la lista di libri da leggere!
Quando ormai era tardi
di Claire Keegan
Tre folgoranti storie brevi

Tre racconti incentrati sulle relazioni tra uomini e donne, in cui tutto è opaco ed è impossibile capire come andrà a finire. Si inizia con una coppia che smette di essere tale appena prima del matrimonio, per proseguire con una scrittrice importunata dalla presunzione di un ospite inatteso e concludere con una donna alla ricerca di una relazione extra-coniugale.
Mi è piaciuto perché: nonostante la brevità dei testi, l’autrice riesce a dipingere i suoi personaggi in modo tale da farci entrare subito in intimità con loro, per poi capovolgere con maestria le apparenze e lasciarci a bocca aperta. Si legge in pochissimo tempo, ma lascia il segno.
La casa degli sguardi
di Daniele Mencarelli
Un romanzo autobiografico senza filtri

Daniele è un giovane poeta oppresso da un male senza nome che tenta di sopprimere affogandolo nell’alcol. Non ha più nemmeno la forza di scrivere e la sua esistenza sembra non avere più alcun senso. È per i suoi genitori che Daniele prova a cambiare rotta, iniziando a lavorare come inserviente all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Lì, in mezzo a bambini sofferenti, famiglie distrutte dal dolore e nuove inattese amicizie, scoprirà che, forse, vale comunque la pena di vivere.
Mi è piaciuto perché: l’autore ti accompagna lungo un percorso tortuoso che parte dalla dipendenza (a cui torna molto spesso) per inoltrarsi in una progressiva liberazione dalla sofferenza e avvicinarsi infine a una possibile rinascita. Ho vissuto con lui una specie di catarsi, soffrendo a ogni incontro con il dolore insensato ed empatizzando con i suoi colleghi, anime semplici in balia della vita. Lo consiglierei a tutti, anche a ragazzi delle scuole superiori.
Butter
di Asako Yuzuki
Un romanzo unico nel suo genere dal Paese del Sol Levante

Rika è una giornalista in una rivista maschile, ambiente in cui spesso viene trattata come una segretaria, quando non peggio. Per cercare di farsi strada lavora giorno e notte e tutto ciò che riesce a cucinare quando la sera torna tardi a casa è un ramen preconfezionato. Da tempo però un pensiero la assilla: vuole intervistare Manako Kajii, la cuoca gourmet accusata di aver assassinato gli uomini d’affari con i quali si intratteneva, dopo aver cucinato per loro. Ma la donna non rilascia interviste e non intende ricevere visitatori nel carcere di Tokyo dove è detenuta. Rika decide di provare un’altra strada e le scrive una lettera per conoscere la ricetta dello stufato di manzo, pezzo forte della cucina di Manako. La detenuta a quel punto accetta di incontrarla. Quando, però, le visite in carcere alla serial killer si intensificano, cresce anche la curiosità gastronomica di Rika. Durante i loro incontri, che si avvicinano più a una masterclass di cucina che a un’indagine giornalistica, sembra infatti che sia proprio la giovane reporter a cambiare. A ogni pasto che prepara e consuma, qualcosa si risveglia nel suo corpo e scopre nel cibo un piacere liberatorio: forse lei e Manako hanno in comune più di quanto pensasse?
Mi è piaciuto perché: affronta tematiche attualissime in Giappone, così come in Italia, legate alla condizione femminile, all’emancipazione, al pregiudizio e alla disparità di genere. Non solo, ci addentriamo con l’autrice alla scoperta di meccanismi psicologici da serial killer, ma anche da persona apparentemente innocua. È un libro denso, da assaporare piano, lasciandosi andare a riflessioni maturate lentamente e, magari, provando a preparare alcuni dei piatti minuziosamente descritti.
Come costruire una barca
di Elaine Feeney
Un romanzo sui legami che coltiviamo con pazienza ogni giorno

Jamie è fissato con il rosso, i motivi geometrici, la pioggia nelle giornate ventose, i gatti e i libri di Edgar Allan Poe. All’età di tredici anni ha due grandi desideri: costruire una macchina del moto perpetuo ed entrare in contatto con sua madre Noelle, morta nel darlo alla luce. Due cose che per lui sono strettamente collegate. E nella nuova scuola, dove si sente travolto e disorientato, l’incontro con due insegnanti speciali gli aprirà un mondo di nuove possibilità.
Mi è piaciuto perché: è la storia dal sapore agrodolce di un ragazzo alle prese con le aspettative del mondo, che spesso si scontrano con il suo essere “diverso”. La fortuna di trovare sul nostro cammino degli insegnanti e degli amici che sappiano prendersi carico con empatia delle nostre difficoltà è rara, ma quando capita sprigiona una potente energia.
Hijra
di Saif ur Rehman Raja
L’autobiografia di Saif, figlio di due mondi, di tutti e di nessuno

Troppo pakistano per gli italiani, troppo italiano per i pakistani, un apolide involontario, senza un paese che lo accolga e senza una famiglia che lo riconosca, perché Saif è omosessuale, o come dice il padre, un hijra, un mezzo uomo da virilizzare a forza di botte. Come si conquista il diritto a definirsi in autonomia quando tutto ciò che ti riguarda sono etichette di altri? Come si disegna l’identità all’interno di un universo oppositivo? Un ragazzo in bilico tra due culture, ostaggio di un doppio pregiudizio, determinato a decidere da sé sui propri desideri, sulla propria identità e sulla propria appartenenza.
Mi è piaciuto perché: si può imparare molto ascoltando quello che le persone intorno a noi hanno da dire: si può imparare a gestire meglio una comunità sempre più multietnica, si possono captare dei segnali di disagio per andare a sradicarlo, questo disagio, si possono migliorare le proprie azioni per non ferire chi abbiamo di fronte. Credo che questo libro possa parlare al cuore di chi è pieno di pregiudizi, e magari nemmeno lo sa.
Il quaderno dell’amore perduto
di Valérie Perrin
Il primo libro di un’autrice francese apprezzatissima da pubblico e critica

La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere in un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza.
Mi è piaciuto perché: ho trovato molto coinvolgente l’intreccio di storie che si va a delineare pagina dopo pagina, mescolando ai temi dell’amore e del ricordo alcuni elementi tipici del romanzo giallo. È il primo libro che leggo di questa autrice e sono sicuramente incuriosita a procedere anche con gli altri titoli, tutti di grandissimo successo.
La prima volta di ogni cosa
di Dan Santat
Un fumetto sulle piccole vicende che segneranno per sempre la nostra vita

Un romanzo a fumetti, vincitore del National Book Award, in cui l’autore ripercorre l’estate tra le medie e il liceo raccontando il suo viaggio in Europa con un gruppo di coetanei e di come da lì tutto sia cambiato. Ci parla di paure, primi amori, di amicizia, di errori irripetibili, di cadute di stile e momenti imbarazzanti, ma anche di grandi soddisfazioni e immutabili verità.
Mi è piaciuto perché: parla agli adolescenti (e non solo) di adolescenza, di come ci si senta sbagliati e inadeguati, ma senza mai fare della retorica. Riviviamo con l’autore momenti che abbiamo già vissuto, magari non allo stesso modo e nello stesso luogo, ma comunque momenti che possiamo comprendere e con cui possiamo empatizzare, ridendo con il protagonista o lasciando scendere qualche lacrima.
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