Quarto appuntamento con #letturedalibraia, e primo per questo 2023.
Non sai che cos’è? È una rubrica bimestrale in cui scrivo brevemente delle mie letture, da libraia-lettrice a lettore. Non sai chi sono? Lo spiego qui.
In questo post vi racconterò che cosa ho letto tra dicembre e gennaio, augurandomi che possiate trovare qualche spunto interessante.
Quindi, volete sapere cosa ho letto di bello (e meno bello) tra dicembre e gennaio?
1 dizionario (sì, ma fidatevi che non sono pazza), 6 graphic novel, 2 libri per ragazzi, 5 romanzi (di cui 3 sono considerabili “classici”) e 1 saggio.
Il dizionario del bibliomane
di Antonio Castronuovo
Un prontuario in ordine alfabetico delle nostre ossessioni librarie
Dopo tanti mesi di lettura frammentata, ce l’ho fatta: l’ho finito! Si tratta di un libro molto particolare che raccoglie in rigoroso ordine alfabetico innumerevoli manie degli amanti dei libri, facendo riferimento a personaggi storici, leggende, dicerie, concentrandosi su ogni atteggiamento strano o equivoco assunto da lettori, non lettori, librai o editori. L’autore alterna in questo libro trafiletti ironici a veri e propri saggi di matrice storica.
Mi è piaciuto perché: è stato divertente ritrovarsi in qualche capitolo e capire che non sono l’unica ad avere determinate “libromanie”.
Non mi è piaciuto perché: la lettura non è sempre accattivante e alcune parti risultano ripetitive. Forse consiglierei di utilizzarlo proprio come un dizionario, di leggerlo a spizzichi e bocconi per consultazione quando si ha voglia di togliersi una curiosità.
Pigiama computer biscotti
di Alberto Madrigal
Un fumetto sulla difficoltà di trovare un equilibrio tra sogni e “vita vera”
La storia autobiografica dell’autore: i suoi dubbi, le paure e le notti insonni di un giovane padre che si domanda come si fa a conciliare la quotidianità familiare con le proprie aspirazioni artistiche.
Non mi è piaciuto perché: forse mi aspettavo di più. La trama non mi ha fatto impazzire, anche se la qualità del disegno è ottima, e la parte testuale mi è sembrata poco curata. Proverò a leggere qualcos’altro di suo per dargli una seconda chance!
Immagina di essere in guerra
di Janne Teller
Come spiegare l’insensatezza di ogni conflitto ai ragazzi?
Janne Teller ci propone un mondo alla rovescia, in cui un cittadino europeo scappa dalla guerra per cercare rifugio in un paese musulmano. In questo caso troviamo un italiano, con riferimenti storici “adattati” alla cultura e al passato del Paese, ma la storia è stata modificata per ogni lingua e stato di pubblicazione.
Mi è piaciuto perché: il formato è davvero accattivante, sembra un passaporto vero e proprio, e anche l’idea di modificare la storia in base al paese di pubblicazione è geniale.
Non mi è piaciuto perché: avevo aspettative molto alte (dopo aver letto “Niente”, il libro culto dell’autrice, che avevo apprezzato per la sua grande originalità), e sono state in parte disattese. Credo che sia troppo diretto, schietto e non adatto a tutti i ragazzi, soprattutto se in assenza di una preparazione al tema prima della lettura.
Il rosmarino non capisce l’inverno
di Matteo Bussola
«Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già»
Un romanzo in cui ogni capitolo racconta la storia di una donna; storie che si intrecciano, ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano ed emozionano.
Mi è piaciuto perché: simile per alcuni versi a “Il tempo di tornare a casa” (che avevo letto e amato a fine 2021), questo romanzo “corale” è stato divorato in poche ore. Parla di donne, giovani, anziane, innamorate, disilluse, perse, complicate. Con storie che toccano temi attuali e universali: amore, razzismo, sessualità, identità di genere, famiglia, relazioni. Una lettura semplice, scorrevole, ma che allo stesso tempo fa riflettere.
Lo faccio per me. Essere madri senza il mito del sacrificio
di Stefania Andreoli
Nonostante il titolo, non è un libro SOLO per madri o per chi vorrebbe diventarlo, leggete qui sotto!
Stefania Andreoli, psicologa, psicoterapeuta e analista, ci accompagna in un percorso di riflessione su cosa significhi essere madre e su quale sia il modo migliore per trovare la strategia che fa per ognuno di noi. Non indica una strada da seguire, ma suggerisce delle modalità, delle strutture mentali e degli spunti di base perché ognuno possa scegliere consapevolmente il percorso migliore.
Mi è piaciuto perché: è un saggio che ho trovato davvero interessante, in parte manuale e in parte autobiografia, perfetto non solo per mamme o chi vuole diventarlo, ma per tutti, per cambiare modo di pensare la maternità, rivoluzionare il nostro sguardo sulle responsabilità e togliere alla maternità il mito del sacrificio.
Un’estate fa (vol. 1 e 2)
di Zidrou e Jordi Lafebre
Due fumetti in grande formato che ci fanno respirare aria di vacanza
Pierre è un fumettista belga e ogni anno si affanna per consegnare le tavole in tempo per portare la famiglia in vacanza. La moglie, Mado, è paziente con lui, ma i bambini decisamente meno. Questi fumetti raccontano gli indimenticabili viaggi di famiglia verso Sud, dal Belgio piovoso al caldo Mediterraneo, incontrando amici, compagni di strada e sempre nuove avventure.
Mi è piaciuto perché: ti catapulta in Belgio tra patatine fritte e canzoni in francese. È un salto nel passato di una famiglia, nei ricordi di vacanze sempre in ritardo con una macchina scassata alla ricerca del sole. Vivono mille avventure che ci fanno ricordare quali siano le cose importanti: la condivisione, le piccole gioie che rendono tale una famiglia, le tradizioni.
Se una notte d’inverno un viaggiatore
di Italo Calvino
Un classico moderno tra i metaromanzi, ovvero i romanzi che si interrogano sulla loro stessa natura
“È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro… L’affascinante storia di un lettore prima, e di una lettrice accanto a lui poi, che si scontra con la potenza della letteratura.” Così lo presenta Calvino e così aveva catturato la mia attenzione.
Non mi è piaciuto perché: è sicuramente un romanzo con moltissime chiavi di lettura, da studiare e analizzare per la complessità e profondità delle sue argomentazioni, ma dal punto di vista dell'”intrattenimento”, aspetto che forse avevo maggiormente bisogno di incontrare, non ci siamo. Probabilmente non era per me il momento propizio per affrontare questa lettura, ma per ora è un grande “no”. Forse un giorno lo rileggerò… D’altronde è proprio Calvino a suggerirci di rileggere i classici!
Gli anni che restano
di Brian Freschi e Davide Aurilia
Un fumetto che fa riflettere sul lutto e su come influenzi le nostre vite, nel bene e nel male
Questa è la storia di Mauro e Antonio, amici inseparabili… prima che la vita si mettesse in mezzo. Il tempo è passato, la distanza si è fatta incolmabile, finché con la morte di Antonio, Mauro si scontra prima con il suo passato e poi con il suo presente.
Mi è piaciuto perché: è un libro toccante che ci parla, con i giusti colori e parole ben calibrate, della morte, dell’assenza, di quel che resta e della vita che, impietosa, ci paralizza, fossilizza in situazioni che tutti vorremmo evitare.
Dimentica il mio nome
di Zerocalcare
Un altro capolavoro di Zerocalcare, eccolo qui signore e signori!
Il destino ha voluto che mi trovassi tra le mani un altro fumetto dedicato a una persona morta, in questo caso la nonna del protagonista. In questo libro, parzialmente autobiografico, il fumettista più famoso d’Italia ricorda la madre di sua madre, ripercorrendo come un detective la storia della propria famiglia, storia che non ha mai approfondito prima e di cui viene a scoprire segreti mai confessati.
Mi è piaciuto perché: tocca temi difficili, ma lo fa con la solita ironia graffiante di Zero, con quel pizzico (abbondante) di sarcasmo che ti prende a schiaffi ogni due secondi.
Delitto e castigo
di Fëdor Dostoevskij
Un classico della letteratura russa da leggere una volta nella vita (forse)
Raskol’nikov è un giovane che è stato espulso dall’università e che uccide una vecchia usuraia per dimostrare di essere superiore agli uomini comuni e alla loro morale. Una volta compiuto l’omicidio, però, scopre di essere governato dalla malattia, dalla follia, dall’irrazionalità che affiora nei sogni e negli impulsi autodistruttivi.
Non mi è piaciuto perché: dopo un anno di fatica, sono riuscita a finirlo. Iniziato con tanta curiosità e voglia di scavare nell’animo umano, guidata da un maestro della letteratura, ho arrancato fin dai primi capitoli e sono rimasta a dir poco delusa dal finale… Si tratta di una lettura che per me è risultata difficoltosa, forse per la mancanza di “eventi” (in 500 pagine non succede quasi nulla), forse per lo stile. Non me ne vogliano gli appassionati e i cultori di questo romanzo, ma per me è un altro grande “no”.
Il buio oltre la siepe
di Harper Lee e Fred Fordham
Il graphic novel di un classico moderno della letteratura americana
Nel profondissimo Sud degli Stati Uniti, segnato dalla Depressione e dalle manifestazioni del Ku Klux Klan, la piccola Jean Louise Finch, detta Scout, cresce insieme al fratello Jem con il padre Atticus, avvocato. La sua vita cambia per sempre quando Atticus assume la difesa di un uomo di colore, Tom Robinson, accusato di avere violentato una ragazza bianca.
Mi è piaciuto perché: dopo aver letto (e amato) il romanzo in lingua originale, la traduzione italiana e aver visto il film con Gregory Peck, non potevo esimermi dal leggere il fumetto! La trama, l’ordine dei fatti e la caratterizzazione dei personaggi non sono stati snaturati. La narrazione mantiene quindi la sua elevata qualità ed è fedele all’originale. Come nel testo di Harper Lee, le stratificazioni di significato, temi e livelli di lettura sono innumerevoli e rappresentano ciò che rende speciale questo libro.
Com’è andata veramente tra Mascia e Orso. Cosa cambia nella vita di uno scemo se pianta dei piselli, cosa succede a sposare una ranocchia e altre favole russe
di Afanasjev, raccontate da Paolo Nori con illustrazioni di Tim Kostin
Una raccolta di fiabe della tradizione russa
Cosa succede se si chiede a Paolo Nori, uno dei massimi esperti di lingua, letteratura e cultura russa in Italia, di ri-raccontare le favole della tradizione slava? Prende vita una raccolta di storie, più o meno lunghe, piene di zar, principi, Baba Jaga, oggetti magici e “vissero felici e contenti”.
Mi è piaciuto perché: sono storie tradizionali raccontate a misura di giovane lettore, con la dovuta spiegazione quando si incontrano parole russe intraducibili come izba o versta, senza mai far pesare al lettore la distanza culturale ma allo stesso modo permettendo un avvicinamento a ciò che è molto diverso da noi. Sono storie che conoscevo già, ma che ogni tanto mi piace rileggere. Una possibile porta di accesso a una cultura così affascinante e spesso difficile da approcciare. Perfetto per ragazzi curiosi, magari non altrettanto per addormentare i bambini, visto che le fiabe russe (come anche quelle dei Grimm) sanno essere molto crude.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
di Luis Sepúlveda
Un romanzo del blasonato autore cileno che vi emozionerà profondamente
Antonio José Bolívar Proaño, un vecchio che vive in un piccolo villaggio del Sud America, è costretto a dare la caccia e uccidere un feroce felino che sta a sua volta facendo strage di uomini perché distrutto dal dolore dell’assassinio dei suoi cuccioli.
Mi è piaciuto perché: è una miscela perfetta di storia, tradizione e teorie ambientaliste, con un pizzico di realismo magico che mi riporta dritta dritta al mio amato Márquez. Un libro che si legge in un giorno e ci ricorda che l’uomo può fare cose terribili, ma anche cose meravigliose. E, soprattutto, che il modo in cui decidiamo di vivere la nostra vita definisce la nostra persona.
Affari di famiglia
di Francesco Muzzopappa
Un libro leggero e ironico sui rapporti familiari e la nobiltà contemporanea
La protagonista indiscussa è la contessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, una signora snob della nobiltà italiana in decadenza. In questo romanzo, la nostra eroina cerca di far fronte, con metodi poco ortodossi, all’incapacità del figlio di gestire il patrimonio familiare.
Mi è piaciuto perché: è una lettura leggera e piacevole, perfetta per i momenti in cui qualcosa di più “impegnato” non riceverebbe la dovuta attenzione e concentrazione.
Non mi è piaciuto perché: mi aspettavo un umorismo più arguto, meno burlesco, e forse (in alcuni punti) anche una trama più originale.
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